mercoledì 13 febbraio 2013

Tracce di fantasmi nella sabbia del tempo

by Massimo Enzo Grandi

(Lettera alla rivista “Giornale dei Misteri”

Sul giornale locale (Corriere del Ticino) in data martedì 25 Agosto (199?) è apparso il seguente articolo:

TRACCE DI FANTASMI SULLA SABBIA DEL TEMPO

Londra. I fantasmi, o spiriti, non appartengono affatto all' altro mondo, o al soprannaturale, come si ritiene comunemente, ma sono spiegabili scientificamente: lo afferma un controverso astrofisico, il dottor Percy Seymour dell'uni­versità di Plymouth la cui teoria - descritta nel suo li­bro di prossima pubblicazione "The Paranormal: Beyond Sensory Science" - ha suscitato la furia di molti ambienti scien­tifici e religiosi.

Secondo Seymour ogni cosa nell' universo lascia un'indelebile traccia sotto forma di una cosiddetta "linea del mondo", come un'onda sollevata perma­nentemente da una nave che indica il suo percorso. Sarebbe proprio questa traccia perma­nente di energia a originare gli spiriti. "Una persona con una decisa e forte personalità vissuta nello stesso posto per molto tempo lascia una forte traccia sulla "linea del mondo" che passa per quel posto" af­ferma Seymour.(Ats-Ansa)

Orbene fino ad una decina di anni fa trovavo ridicolo tutto ciò che riguardasse lo Spirito e addirittura il Divino fino a quando una sera un'amica mi parlò della scrittura automa­tica ed io per burla presi una penna appoggiandola sul foglio e mentre stavo ancora ridendo tra me e me per quella situazione ecco che la penna iniziò quasi subito a muoversi da sola. La cosa, anziché spaventarmi mi affascinò sin dall'inizio e così continuai per alcuni mesi a scrivere.

Oltre a messaggi di nessun valore (a volte persino volgari o assolutamente incoerenti) riuscii a sviluppare un dialogo basato sul vero significato della nostra vita, sulla vibra­zione cosmica, la legge del Karma ecc. con delle spiegazioni ricevute in modo semplice ma molto chiaro tanto da rendermi quasi una persona nuova. Come detto prima ho scritto solo per alcuni mesi in quanto a questo punto avevo appreso appieno che "dentro di noi" si trovano già tutte le risposte più importanti alle nostre domande e che basta saperle discernere, comunque cominciai a dedicare quel pochissimo tempo libero che mi rimane da un'attività commerciale in proprio molto impegnativa, alla lettura di A. Blawatzky, A. Besant, R. Assagioli, A. Kardek, K. Hoomi, Vangeli Gnostici, Filipponio, Cayce, ecc. per non parlare della vostra rivista che riesce in modo eccellente ad esporre coerentemente i diversi tipi di fenomeni considerati paranormali suggerendo ottimi argomenti di riflessione e studio.

In tutte queste letture ho trovato le conferme a ciò che appresi in pochi mesi di scrittura automatica, non ho mai trovato affermazioni o definizioni che non potessero un domani avere riconoscimento dalla cosiddetta "scienza uffi­ciale" o addirittura dalle varie Chiese che da una parte insegnano l'esistenza del paranormale ma che dall'altra lo relegano ad un fenomeno appartenente esclusivamente al pas­sato o ad un futuro molto lontano dimenticandosi "l' Eterno Presente dell'Essere" e la nostra somiglianza con Esso.

Tornando, per concludere, all'articolo di cui sopra sulle affermazioni del Seymour sarei veramente felice di poter leggere sulle vostre pagine una recensione del libro in questione che purtroppo sarà reperibile in lingua italiana solo fra alcuni anni (le mie poche nozioni di inglese non mi permettono letture così impegnative), sono infatti sicuro che il vostro giornale sia l'ideale punto di incontro tra le varie teorie scientifico-teosofiche-ufologiche le quali convergono tutte verso l'unico punto facendosi largo ognuna a gomitate con le altre per giungervi prima anziché colla­borare per poter avanzare a passi da gigante.

P.S. Purtroppo leggo la vostra rivista da poco tempo e non vi ho ancora letto articoli sugli insegnamenti di Sai Baba di Puttaparthi, personaggio attuale carico di profumo e sapore spirituale, forse ne avete già trattato l'argomento in precedenza?

Ringrazio per l'attenzione prestatami sinora e colgo l'oc­casione per porgere a tutti i collaboratori del GDM i miei più distinti saluti oltre agli ormai abituali complimenti per il lavoro svolto costantemente.

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