venerdì 23 agosto 2013

… Semplicemente ad ascoltare…

(by Massimo Enzo Grandi)

Bacchus

 

Ci sono attimi in cui la pressione dei pensieri è così forte che si pensa la mente possa scoppiare. Stop! e tutto improvvisamente si acquieta, ma non scompare. Le situazioni, i desideri, le costrizioni, tutte ancora lì pronte ad assalirti appena distogli l’attenzione, lo sguardo… la consapevolezza della loro pericolosità. Senti benissimo come rumoreggiano nella loro prigione provvisoria fatta di sbarre di fermezza. Ti rendi conto che quelle sbarre non sono sicure, ti costa inoltre molta fatica mantenerle salde attorno al pericolo pronto a divorarti il senno.

L’unica via di salvezza è di liberare quelle fiamme che – sia in un modo che nell’altro – ti consumano, ti indeboliscono rendendoti vulnerabile ad altri nuovi nemici. Ma allentando le sbarre sai che cadresti vittima di un fuoco fatto di nulla, perché sei da solo, e questo nulla è molto potente nei tuoi confronti. Basterebbe soltanto qualcuno che stesse semplicemente ad ascoltare e il nulla si perderebbe nella sua stessa essenza di nulla… Qualcuno che sappia tacere ed ascoltare, cosa che purtroppo è più difficile di quanto non si pensi.

Come fai a saperre che è così difficile? Ma lo sai semplicemente perché anche tu fatichi a startene lì semplicemente ad ascoltare. Tacere ed ascoltare. Siamo così presi da noi stessi che ci è quasi impossibile ammettere che esista un’altro possessore di consapevolezze e responsabilità oltre a noi stessi. Crediamo sia una nostra prerogativa e ci perdiamo a rubare la parte di “primo attore” ai nostri antagonisti non appena ne abbiamo l’occasione. Semplicemente così, senza accorgercene, riteniamo che chi ci sta raccontando qualcosa lo stia facendo esclusivamente perché ha bisogno del nostro saggio responso in merito a qualsiasi argomento. Certo a volte è proprio un consiglio o un aiuto che ci viene richiesto, ma sovente questi casi capitano proprio quando non abbiamo la risposta giusta o non abbiamo la possibilità, o la voglia, di fare veramente qualcosa.

Quando scopri come sia vero tutto ciò inizi a prestare più attenzione quando succede. E quando lo fai ti rendi conto di come sia dura tacere, semplicemente ascoltare, non commentare, non dare consigli e permettere così al tuo interlocutore di liberare il suo “fuoco” in modo che possa liberarsi nel nulla cui appartiene.

Come in tutte le cose ci vuole un duro lavoro su se stessi, tanto esercizio e volontà che però verranno ripagati. Si scoprirà anche come annuire al racconto di qualcuno non significhi condividere le sue opinioni o conferirgli il giudizio positivo sul suo comportamento o sulla situazione che ti sta raccontando, ma bensì significa che si sta seguendo il suo racconto con attenzione. Il suo giudizio rimarrà comunque solo ed esclusivamente il suo, anche se qualcuno potrebbe cercare di far passare il nostro annuire come un’approvazione, perché anche noi abbiamo sempre creduto che questo annuire fosse appunto approvazione, e non ciò che realmente è: attenzione e comprensione sul nulla che se ne va lasciando che si spengano le fiamme.

Pensaci la prossima volta che chiedi a qualcuno come sta e questi ti risponde che ha il mal di stomaco, o il mal di testa, che non ha dormito bene, non ha digerito o chissà quale altro risposta. Realizza una volta per tutte che non ti sta chiedendo un rimedio per il suo mal di stomaco o per il suo mal di testa ma ti sta semplicemente dicendo di avere quel sintomo o quel particolare problema. Evita quindi di dirgli che deve prendere quel particolare the, o la pastiglia XY  perché probabilmente lo ha già fatto o lo sta facendo. Se veramente avesse bisogno del tuo consiglio te lo chiederebbe direttamente in modo comprensibile. Non puoi pensare che sia così meno intelligente di te per non sapere cosa deve fare. Non sentenziare che si sente così perché ha mangiato o bevuto troppo, o perché va a letto troppo presto o troppo tardi. Questi consigli e sentenze dimostrano soltanto quanto non tieni in considerazione questa persona e quanto tu ti senta superiore ad essa. Tanto superiore da farla sentire addirittura inferiore e farglielo pesare. Questo si chiama “annientare”, ma non il fuoco che queste persone devono liberare, ma la persona stessa… proprio così! Finché ritieni che questa persona abbia fatto, faccia, o stia facendo qualcosa di sbagliato solo perché questo è il tuo parere, beh… allora credo che quello che sta sbagliando tutto non è l’altra persona.

Il vero amico non è quello che dice quello che devi fare perché quello che stai facendo è sbagliato. Il vero amico è quello che ti ascolta, non ti giudica e se necessario sbaglia con te o ti sostiene se hai sbagliato. Non sarà mai quello che non ti permette di vivere la tua vita ma pretende che tu viva la sua…

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