martedì 9 aprile 2013

La Coscienza Originaria

(Massimo Enzo Grandi)

L’individuo possiede tutte le forze e la comprensione necessarie per vivere consapevolmente in modo meraviglioso. Spesso comunque preferisce rimanere prigioniero delle sue stesse illusioni per approfittare di poche magre consolazioni. Se solo invece si liberasse da certe convinzioni sarebbe in grado di librarsi in un mondo infinito fatto di infinite possibiltà.

Queste forze e questa comprensione sono l’energia più pura della parte saggia dell’individuo stesso, e questa energia interferisce con ostacoli di varia difficoltà sullo scorrere della routine illusoria. Lo fa agendo proprio su ciò che più interessa l’individuo nel mondo materiale. Lo fa cercando di mostrare quanto certi desideri siano illusori e di poco conto. Continuerà a farlo fino a che l’individuo non si renda finalmente conto di cosa egli sia realmente, fino a che si liberi dai veri ostacoli riuscendo ad ammirare la perfezione in ciò che credeva lo tormentasse.

Lottare contro le difficoltà che ci sottopone questa energia – la Coscienza Originaria – significa praticamente nutrire queste difficoltà stesse e renderle sempre più efficaci contro la condizione di libertà dell’individuo. Questa lotta dunque stimola ancora di più la morsa che erroneamente l’individuo ritiene nemica del suo stesso essere. Più la lotta si fa accanita e più il confronto prende forza e importanza.

È solo l’individuo stesso che ha la possibilità di sciogliere e liberarsi da quella prigione immaginaria, e lo può fare solo smettendo di affannarsi contro di essa in modo che semplicemente smetta di esistere. L’energia infatti va esattamente dove l’individuo la pone. Ciò che l’individuo deve realizzare è che non è l’energia ad essere responsabile di ciò che (crede) lo disturbi e lo ostacoli, bensì è proprio lui stesso che non è ancora in grado di farne buon uso e la impegna a realizzare proprio ciò che non vuole invece che ciò che vuole.

Questa possibilità viene concessa al termine di ogni piccola battaglia, proprio nel momento che sta tra la battaglia trascorsa e la prossima a venire. In questa fase di “pace” l’individuo dovrebbe riuscire a rendersi conto che la vittoria è proprio in questa fase, non nella battaglia stessa. E questa “vittoria” non è una conferma della sua ragione verso ciò che ha ritenuto un ostacolo, bensì la tregua per potersi mettere in discussione, per realizzarsi come superiore alla battaglia stessa

Questa superiorità non deve però essere sfoggiata con presunzione, bensì con la semplice consapevolezza della propria Coscienza Originaria e dei suoi molteplici – e a volte contrastanti – poteri. La presunzione – così come l’accanimento – infatti non fa che reindirizzare nuovamente l’energia proprio dove non la si desidera manifesta, mentre la consapevolezza permette che venga utilizzata secondo lo scopo originario: il raggiungimento di uno stato di gioia e benessere.

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