martedì 15 gennaio 2013

Vedere Dio, sentire Dio ed essere Dio

di Massimo Enzo Grandi
(tenendo conto del post Il Dio Confuso)
Trovarsi di fronte a Lui direttamente è impossibile in quanto ne farebbe un essere completo e finito, mentre Dio non può essere ciò. Ha bisogno del nostro aiuto per sentirsi tale, o almeno avere l’impressione di esserlo. Dunque Dio è un “Senza Forma” che si espande nella Forma.
C’è un punto interiore che stabilisce il mio essere come persona, come pensiero, come agente. Per avere un punto interiore devo anche avere, di conseguenza, un punto esteriore, il che non significa però letteralmente che sia “fuori dal mio corpo”, ma che si tratta solo di un riferimento ben distinto, seppur illusorio,  in modo da darmi la coscienza – sensazione o illusione – di essere persona, pensiero, agente, animatore…
Questa descrizione potrebbe benissimo essere il “pensiero di Dio” che lo porta a creare il mondo fenomenico che conosciamo. Quindi si desume che siamo noi a dare a Dio il significato che noi riteniamo gli si addica di più, indipendentemente dal fatto che questo significato sia o meno corretto.
Nelle mie ricerche, cosa mi dice in continuazione che Dio non è ciò che molta gente pretende di farmi credere che sia? Probabilmente proprio per il fatto che queste persone “pretendono” di imporre il loro Dio che hanno costruito su favole e racconti creati per soggiogare proprio i miti e i giusti che portano “Dio” nel loro cuore.
Perché Dio dovrebbe parlarmi tramite gli altri? Perché le cose che mi dice tramite gli altri rispecchiano solo ed esclusivamente le idee e le convinzioni di questi e differiscono da quelle di altri? Dio parla a te come parla a chiunque altro. Piuttosto chiediti perché in troppi non lo ascoltano e preferiscono ascoltare gli altri. Per questo dicono ciò che rispecchia le loro convinzioni e non le tue.
Esiste una religione unica e vera? Esiste una verità assoluta?
L’unica vera religione è quella che riesce a mettere tutti d’accordo ad accettare chiunque e qualsiasi cosa come parte di un unico sistema di cose, indipendentemente dall’idea che se ne abbia.
A cosa serve la vita? Serve a scoprire che siamo vivi? E cosa significa essere vivi? Esplorare e ricercare la vita?
La vita serve a rendersi conto di esistere. Se non ci fosse questo intento di scoperta di sé non ci potrebbe essere la vita.
Allora c’è un chiaro riferimento a quanto si puo per esempio leggere nel testo Vita impersonale – io Sono, cioè: in qualsiasi momento fermati e ripetiti: “Sii calmo e sappi. Io sono Dio” in modo da permettere alla più elevata manifestazione della mia idea di “Dio” di manifestarsi. In quel momento ecco che “mi viene dato” ciò di cui ho bisogno, o meglio: creo ciò di cui ho bisogno grazie proprio al mio “affidarmi alle mani di Dio” (per modo di dire), che in qualsiasi caso sta facendo proprio il meglio per me.
Dunque la creazione, intesa come atto in continua manifestazione dell’essere, avviene proprio quando io non interferisco ma, in un certo senso, ho fede nel mio “scopo” che si trova nel mio profondo Sé, in modo inconscio, e permetto che venga fatta proprio questa “volontà divina” che non è scritta da nessuna parte e non è prerogativa di nessuno in quanto distinta e personale per ognuno… Sembra quasi complicato, no?
Come un pensiero si delinea su un percorso tracciato dalla necessità, anche la creazione si delinea su un pensiero della realtà stessa come solitamente ti appare. Permetti a questo pensiero di manifestarsi e vedrai come tutto sarà più chiaro e semplice.
Come posso sapere con certezza quale sia il mio pensiero creativo?
È esattamente quello che vedi manifestarsi.
E come posso dirigerlo con consapevolezza?
Semplicemente facendolo tuo. Quando realizzi che ciò che succede è ciò che stai creando sarai anche in grado di gestire la tua creazione con responsabile divinità. Le idee che ti aiutano nel tuo intento le stai già sviluppando. Spirito Santo è l’azione della tua idea sulla materia.
Io sono qui adesso.
Non v’è nulla che possa essere di disturbo a questo fatto. Ammettendo che (io adesso) decida di essere in un punto che potrebbe essere definito “futuro” o “passato”, sarei sempre nel mio adesso, ciò perché esiste solo proprio questo “io adesso” e null’altro.
Cos’è l’io adesso? Proprio questo (io sono) in espressione. Dio (cioè Io) in perfetto divenire.
Io sono – qui adesso – fermo!
Io sono Dio, il moto immobile, la perfetta illusione, sono l’unica cosa esistente sotto molteplici aspetti che mi danno l’illusione di essere separato da me stesso.
Fermo!
Prendi conoscenza che Io Sono Dio!

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