martedì 1 gennaio 2013

Come, cosa, quando...


Sono moltissime le cose che influiscono sul comportamento di una persona, sul suo modo di pensare, di agire,… di trarre delle conclusioni.

Spesso le influenze sono palesi e facilmente ricollegabili ad eventi ancora vivi e ben distinti nei ricordi, altre volte invece sono ben celate ed accuratamente nascoste alla nostra mente, ai nostri ricordi.

Può  trattarsi di eventi isolati che scalfiggono in modo chiaro ed indelebile la struttura della nostra personalità oppure possono essere diverse situazioni anche non collegate tra di loro che formano una sorta di fardello che appesantisce e rende più arduo il suo smaltimento.

L’ideale sarebbe vivere esclusivamente nel presente evitando di pensare ai tempi che non sono quelli dell’”ora e adesso” ma nel caso che il nostro “ora e adesso” non risulti felice e soddisfacente significa che abbiamo perso il filo conduttore dell’ideologia del presente, quindi l’analizzare il nostro passato può essere utile per migliorarle tale ideologia affinché anche “domani” ne possiamo essere sempre più coscienti.

Una cosa importante è la predisposizione nell’accettare quanto man mano riportiamo alla luce senza giudicare, senza quindi accettare o rifiutare ciecamente tutto quanto riporteremo al “presente” durante il  viaggio all’interno del nostro pensiero. Eventi o situazioni che potrebbero apparirci a prima vista negativi potrebbero invece risultare positivi e viceversa. Una volta convinti di ciò possiamo passare direttamente alla prima parte dei nostri “esercizi” nella quale dobbiamo impegnarci in modo serio per trovare il capo della matassa che vogliamo sbrogliare.

Si tratta di domande che rivolgiamo al nostro essere, che non devono essere ragionate o pensate ma che devono portare ad una risposta istintiva e sincera, il fatto di rispondere in un modo o nell’altro non implica nessun punteggio o qualifica, servono esclusivamente a mostrarci il nostro vero aspetto come se ci si guardasse allo specchio, mantenendo quindi una certa distanza tra ciò che siamo e ciò che crediamo di essere.

Sono soddisfatto di come sto conducendo la mia esistenza?

Sono d’accordo che la mia esistenza sia condotta da altri?

Le decisioni importanti che prendo seguono la mia ideologia?

Sono io che decido la mia vita?

Mi lascio influenzare dal pensiero di chi mi è vicino?

Agisco spesso d’istinto?

Mi preoccupo del mio prossimo, dell’ambiente in cui vivo e della società?

Critico spesso il mio prossimo?

So assumere le mie responsabilità?

Sono sincero con gli altri?

Sono sincero con me stesso?

Se abbiamo risposto no ad almeno tre di queste domande, e abbiamo naturalmente risposto in modo sincero, significa che qualcosa ci sta trattenendo per la camicia impedendoci l’abbandono sulle onde placide e rilassanti del presente.

Nessun’altro all’infuori di noi stessi può aiutarci, anche il migliore degli psicologi non fa altro che accompagnare il paziente sulla sua “autoguarigione” mentre il lavoro più importante viene sempre effettuato dal paziente stesso. Le domande che ci dobbiamo porre sono le stesse domande che noi potremmo porre ad un amico che ci dicesse quanto noi ci stiamo dicendo, è nostro interesse quindi ad essere il più sinceri possibile e non nasconderci nemmeno il più piccolo dei pensieri.

Alcuni esempi? Ecco semplicemente un dialogo tra me stesso:

mi sono appena alzato, mi guardo allo specchio.

“Che faccia stupida hai oggi”

“E’ la mia, non posso farci nulla”

“Sarebbe ora di radersi”

“Magari più tardi ora voglio solo un buon caffè”

“beh ma quando sei ben rasato sei molto più carino”

“ma chi se ne frega, tanto non devo piacere a nessuno….”

Solitamente questi pensieri passano nella nostra mente senza che ci si renda conto che li stiamo facendo, imparando ad esprimerli in modo chiaro scopriremo che un dialogo con noi stessi non è assolutamente monotono ma può rivelarci in modo ben definito alcuni pensieri o modi di pensare di cui non ci siamo mai resi conto. Ci troviamo così coinvolti automaticamente in un colloquio con il noi di ieri, dell’altro ieri o di alcuni anni fa e questo nostro “interlocutore” sarà per noi come la nostra immagine allo specchio, vale a dire noi stessi all’infuori del nostro essere. Questo nostro “riflesso” sa che può essere sincero fino in fondo con il nostro essere e viceversa.

Ci si scambiano consigli, ricordi, ci si sostiene il morale…

(to be continued…)

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